Eccoci qua con il secondo appuntamento della rubrica "Le interviste".
Oggi ho deciso di intervistare L. Cassie, un'autrice che mi incuriosisce molto.
Ne approfitto, inoltre, per ricordare a tutti che oggi, 1.09.2016, esce il suo nuovo lavoro: "Tutto quello che vorrei".
Un grandissimo in bocca al lupo, quindi!
Ma bando alle ciance, conosciamo questa fantastica scrittrice!
Ciao Laura! Innanzitutto
grazie per aver accettato di sottoporti a questa mia
intervista.
Iniziamo!
Ti va di presentarti?
Iniziamo!
Ti va di presentarti?
Ciao Elisa,
sono io che ti ringrazio per avermi concesso uno spazio sul tuo
angolino vrtuale. Ne sono molto felice. Presentarmi dici? Beh...una
cosa l'hai già svelata, ovvero il mio nome. Come autrice uso uno
pseudonimo (L. Cassie), ma il mio vero nome è Laura. Sono una
ragazza di 22 anni e mezzo che abita in uno sperduto paesino del
piemonte e che ha un mare di passioni. Che altro dire? Sono una
sognatrice nata....
Come è nata la tua passione per la scrittura?
Non saprei dire con precisione. La scrittura ha
sempre fatto parte di me, è una cosa naturale. Dico sempre che per
me scrivere è come respirare, non potrei vivere senza.
Sì, ti capisco benissimo!
Fa parte di te, insomma! Ti ricordi come è nata la tua prima storia?
Non dico il tuo primo romanzo, ma proprio la tua prima storia.
Ti
spiego. Io da bambina e da ragazzina ho sempre butatto giù flotte di
pensieri, scrivevo i miei sentimenti, le mie sensazioni su di un
foglio o un blog. È solo nell'ultimo periodo che mi sono cimentata
con delle storie o romanzi, in seguito alla chiusura del negozio in
cui lavoravo. La prima storia narrava di una ragazza che aveva
vissuto da sempre come spettatrice, guardando le persone che la
circondavano fare quelle cose che avrebbe voluto fare lei. Il titolo
era "Lisa, la spettatrice del mondo" (se non vado errando).
Davvero molto
interessante! E hai mai pensato di trasformarla in un romanzo vero e
proprio?
Credo di aver inserito parte di quel brano in ognuno
dei miei romanzi.
Questa è una cosa bellissima. E i tuoi romanzi, invece, come sono nati?
Cosa vuoi sapere
esattamente? Con una domanda così generica rischio di scriverti un
romanzo come risposta
Cosa ti ha spinta a scrivere, perché hai deciso di scrivere, perché sono nati. La forza motrice che ti ha dato la forza di scrivere
Ho deciso di scrivere i miei
romanzi perché sentivo di avere qualcosa da raccontare, da
divulgare, da condividere. La forza motrice è stata, ed è ancora
oggi, la voglia di fare della mia passione qualcosa di grande. Voglio
raggiungere il cuore dei lettori e inviare loro messaggi importanti,
oltre che regalare un po' di spensieratezza.
Quali sono le principali difficoltà che hai incontrato nello scriverli?
La
difficoltà più grande la incontro sempre negli ultimi capitoli. Ho
paura di non svelare tutti gli enigmi del romanzo, di concludere
tutto troppo velocemente o, al contrario, dilungarmi troppo. Alla
fine l'epilogo ha una bella importanza. Il prologo e l'epilogo sono i
due elementi base per una buona impressione. Mi spiego meglio. Se il
libro inizia male, non lascio una buona impressione. Sin dalle prime
righe bisogna conquistare il lettore, ma, ugualmente, se finisce
male, mi son giocata mesi di lavoro. Cosa ancor più grave.
Sì, capisco benissimo cosa vuoi dire. Ti va di parlarci del tuo ultimo "bimbo", che esce proprio oggi? Come è nata l'idea?
Lauren, la
protagonista ha vissuto una drammatica esperienza identica alla mia.
È stata invstita da un auto mentre attraversava la strada e ha
rischiato di morire. Proprio come me. In seguito a questo evento si
trasforma in una maniaca del controllo e si priva di ogni piacere
della vita, temendo di sprecarla. Ma il bel Matt le farà cambiare
prospettiva di vita. Posso quindi dire che gran parte
dell'ispirazione me l'ha fornita il mio passato.
Ti rispecchi maggiormente in Matt o in Lauren? Perché?
Beh, in
Lauren, per i motivi sopra elencati. Ho dato a lei parte del mio
vissuto, non potrebbe essere diversamente.
La scrittura, quindi, in questo caso ti ha anche aiutata? L'hai usata come valvola di sfogo?
È sempre una valvola di sfogo.
Indubbiamente.
Cambiando argomento: nella nostra vita, ci sono persone che lasciano il segno: chi ha lasciato il segno nella tua?
Mmmh, domanda interessante. Credo che i bulli incontrati a
scuola abbiano influito sulla persona che sono oggi. Inoltre il mio
migliore amico mi ha aperto gli occhi su un bel po' di cose e mi ha
tirato fuori dal buio in cui mi ero infilata.
Cosa diresti, oggi, a questi bulli?
Una sola parola: grazie
E cosa, invece, vuoi dire a tutti coloro che sono invece vittime di bullismo?
Beh, di non credere alle loro parole, di non
smettere di sognare, di avere fiducia in se stessi e che nella vita
tutto torna. La vita ce la costruiamo noi, in base a ciò che
crediamo, e se diamo credito alle cattiverie che ci vengono dette non
sarà buona cosa per cui teniamo duro! P.S. ho già scritto un
romanzo su questo tema, ma al momento non è più in commercio.
Parole molto molto sagge!
Bene, direi che questo è tutto!
Grazie per il tempo che ci hai dedicato!
Grazie a te!
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